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La storia e la memoria

 

 

Il comune di Marzabotto si sviluppa circa 20 chilometri a sud di Bologna, comprendendo territori delle valli del fiumi Setta e Reno. Confina con i comuni di Monzuno, Grizzana Morandi, Savigno, Vergato, Monte San Pietro, Sasso Marconi. Il capoluogo è posto a circa 100 m. s.l.m., ma il suo territorio è in prevalenza montuoso; comprende, fra altri, Monte Sole 628 m. s.l.m. Sono frazioni del comune Allocco, Gardeletta, Lama di Reno, Lama di Setta, Luminasio, Malfolle, Medelana, Montasico, Panico, Pian di Venola, Pioppe di Salvaro, Quercia, Sibano, Sirano, Sperticano.

 

La presenza dell’uomo e delle sue attività nell’area comunale ha radici remote. In età antica essa assunse particolare rilievo nel sistema commerciale che gli Etruschi organizzarono fra Etruria, valle Padana, mare Adriatico, punto di passaggio ma anche di produzione di manufatti rivolti ad acquirenti del bacino del Mediterraneo e dell’Europa continentale. Alla metà del VI secolo a. C. i primi coloni fondarono sul pianoro di Misano, poco più a sud dell’odierna Marzabotto, un nucleo di capanne, poi dal V secolo sorse una vera e propria città. La collocazione geografica fra centro e nord Italia, lungo una valle appenninica, favorì la nascita e lo sviluppo di una città etrusca a Marzabotto, ma si può osservare che posizione geografica, conformazione del territorio, vicinanza al capoluogo emiliano fecero da contesto e giocarono un  ruolo importante anche nella storia successiva di questo comune.

 

L’area continuò ad essere abitata e percorsa da importanti vie di comunicazione fra Bologna e la Toscana anche in epoca medioevale: qui sorsero il castello e le roccaforti dei conti di Panico, temuti avversari del Comune di Bologna, e una delle più importanti  pievi della valle del Reno, ancora oggi ottimamente conservata. Il territorio di Marzabotto fu in epoca medioevale e moderna oggetto di penetrazione politico-amministrativa da parte delle magistrature cittadine ed economica da parte della borghesia e della nobiltà bolognese. Nei secoli XIX e XX le valli del Setta e del Reno furono attraversate da un sistema ferroviario e stradale di grande rilievo per le comunicazioni nel nuovo Stato unitario.

Fu la conformazione del territorio a facilitare la formazione su queste montagne di una brigata partigiana e la posizione strategica dell’area, nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, ad accrescere l’importanza e l’incidenza della sue azioni. Con l’avvicinamento del fronte il territorio di Marzabotto divenne di particolare interesse per l’occupante tedesco che nel 1944 attuò fra Setta e Reno la più grande strage nazista in Italia. Da allora il Comune è divenuto simbolo dell’opposizione ad ogni forma di violenza e portavoce di una cultura di libertà, democrazia e pace in Italia e nel mondo.

 


 



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